Di parrucconi e parrucchini, di complotti e salotti, di differenze sotterranee e manifeste, di un passato che non vivifica il presente ma lo annichilisce, dell’essere divergenti.
“Ovunque tu sia, scava fondo! Là sotto è la sorgente!
Lascia che gridino gli uomini scuri : “Là sotto c’è sempre l’inferno!”. (Friedrich Nietzsche)
Intrepidi
Bisogna essere davvero degli intrepidi per combattere la pietrificazione e la costrizione imposta dal passato sul presente italiano.
I parrucconi vorrebbero trasformare l’Italia in un grande museo in cui i contemporanei sarebbero condannati a vivere in stanze ammuffite per contemplare il lavoro e le opere di chi li ha preceduti spegnendo la loro esistenza. Esistenza che a paragone con quella passata, descritta sempre come luminosa e nobile, dovrebbe limitarsi ad essere squallida, insignificante e impotente.
Qui, la gigantografia del passato, apparecchiata da parrucchini decrepiti travestiti da giovani, cerca di schiacciare e rimpicciolire le pretese e le ambizioni di un presente impedito a rinascere e rifiorire.