“On s’engage et puis on voit” – Napoleone Bonaparte
Mentre il destino di alcuni regimi politici, le semi-democrazie di Venezuela e Ucraina, viene deciso nelle strade col sangue, in Italia la Repubblica democratica riesce ancora a mantenere il conflitto dentro binari istituzionali.
Da noi le bocche da fuoco della lotta politica, sono i talk-show, i blog, i social network et similia.
Cannoni, fucili, bombarde, mortai, mitraglie, mortaretti, miccette e tric-e-trac esplodono la selva quotidiana di accuse e contro-accuse, critiche e anti-critiche, dalle varie postazioni del sistema mediatico.
Il Fiorentino
Pian piano il baricentro della politica italiana si è spostato dalla Lombardia alla Toscana. La borghesia lumbard economicamente prolifica, politicamente, durante gli anni della cosiddetta Seconda Repubblica, è stata una delusione. La proiezione politica su scala nazionale della classe dirigente lombarda – in tutte le sue versioni, imprenditoriale, popolana e professorale – non è stata all’altezza della sua forza economica. C’è chiaramente una divergenza tra livello politico ed economico. Il paese sotto la gestione politica lumbard è rimasto al palo, anzi, regredito.
#Renzi non era neanche stato nominato primo ministro che già sui media erano state consumate le tragicomiche della sua fulgida ascesa, del suo inevitabile declino e della sua rovinosa caduta. Renzi è Pico della Mirandola, TurboRenzi, velocista, un ragazzotto, uno sprovveduto, un signor nessuno etc, etc.
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