Archivi del mese: gennaio 2010

Società civile (work in progress 2)

Secondo Ferguson autore di “Essay on the History of Civil Society” il passaggio dallo stato selvaggio allo stato barbaro è determinato dalla proprietà. Nello stato primitivo gli uomini sono uguali, vivono di caccia, pesca e pastorizia e non conoscono la proprietà. Il passaggio ad una nuova forma di convivenza viene stabilito in base all’esistenza della proprietà (agraria).

Ferguson ha stabilito una divisione tra il concetto di Stato e società civile che avrà molta fortuna. Hegel riprenderà questa separazione concettuale per significare il complesso dei rapporti sociali pre-esistenti allo Stato. Marx considera la società civile un dato più permanente mentre lo Stato una forma transitoria destinata a dissolversi.
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I tre imperi (work in progress)

“Il mondo è un libro e chi non ha mai viaggiato ha letto soltanto la prima pagina” Sant’Agostino

Il mondo è più grande e più piccolo. Più abitanti, più paesi, più denaro. Ma le distanze si riducono. Globalizzazione, ovvero “l’ampliarsi e l’approfondirsi delle interconnessioni tra i popoli del mondo attraverso tutte le diverse forme di scambio”  : rende il mondo un organismo unico il cui funzionamento va spiegato e decifrato. I tre imperi sono Stati Uniti, Europa e Cina. Nessuno controlla completamente il mondo. La proposta di un G3. Ma nella realtà si parla di G2.

La geopolitca è il rapporto tra potere e spazio. L’Impero è potere ma anche spazio. “Le norme imperiali della superpotenza americana, di quella europea e di quella cinese avanzano ovunque”.

Cos’è Impero?
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Storia e male

Spesso si fa appello alla Storia per trovare risposte ai mali dell’epoca presente. Si invocano i fatti storici per rinnegare i mali dell’attualità. Impariamo la lezione della Storia, si dice. Il male passato non ci insegna niente?

Senonché il male moderno richiama proprio la Storia per legittimarsi. Fa conto sulla continuità della tradizione maligna per darsi una nuova fondazione.

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Tiranno

Dubbia è l’etimologia della parola e si presume che essa derivi dal linguaggio dell’Asia minore, forse dal lidio. Gige , sorta di archetipo dei tiranni greci , passo’ la denominazione ai nuovi principi della Ionia , Melas di Ephesos e al grande Thrasybulos di Mileto.

Il nome venne attribuito , nell’antica Grecia , ai leaders di una formazione politica che prendevano il sopravvento con la forza sulle altre fazioni, impadronendosi del potere cittadino. Così , in linea di massima , l’avvento della tirannide è connesso alla crisi e alla dissoluzione della comunità politica.

Sulle prime il termine tiranno non aveva una connotazione negativa dacché individuava un tipo di governo insediatosi per via rivoluzionaria in modo diametralmente opposto al meccanismo di trasferimento del potere per successione ereditaria o per elezione.

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Statuti comunali (1100-1200)

Lo sviluppo delle autonomie cittadine fu un processo storico di carattere generale che, verso la fine del XII secolo, interessò un po’ tutta l’Europa innervandosi nella situazione specifica dei diversi paesi. In Italia, la pace di Costanza del 1183 segnò un momento fondamentale di acquisizione di notevoli diritti per le città lombarde in particolare e per gli altri comuni della penisola in generale.

Nella fattispecie, i centri cittadini conquistarono la libertà di eleggere i propri magistrati in cambio di un tributo annuale, di stipulare alleanza con chicchessia, di conservare la Lega, di poter fortificare il territorio e, per ultimo, si assicurarono il diritto di mantenere o di darsi ex novo, propri ordinamenti giuridici, o statuti.

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Repubblica fiorentina di Savonarola

Nel novembre 1494 Piero de’ Medici fu cacciato da Firenze e venne instaurata la repubblica. Al centro del movimento rivoluzionario si posero la signoria e il gonfaloniere di giustizia. Ma il cambiamento di regime non fu voluto solamente dai settori patrizi della città sibbene dalla maggioranza della popolazione.

Così, appena dopo la dipartita dei Medici venne indetta una grande manifestazione con la presenza dei sedici gonfaloni, cioè i settori in cui era ripartita la città (quattro quartieri all’interno dei quali vi erano quattro gonfaloni), composti da gente di diversa estrazione sociale con una prevalenza dei “medi” e dei “minuti”. Il 30 novembre si svolse una “pratica”, o consiglio dietro convocazione dei cittadini più influenti, e vennero proposti i seguenti provvedimenti : la preparazione di una nuova lista elettorale dei cittadini che fossero eleggibili alle cariche pubbliche (“squittinio”), la scelta di venti incaricati (“accoppiatori”), che avrebbero eletto la Signoria “a mano” finché fosse pronto il nuovo squittinio e l’adunata di una nuova assemblea generale del popolo, o parlamento per approvare il nuovo programma.

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Partito socialista italiano

Il congresso di fondazione del partito socialista italiano si riunì a Genova il 14 agosto 1892. All’assemblea – la cui anticipazione fu il congresso operaio italiano che si radunò a Milano il 2 e il 3 agosto 1891 – tenuta inizialmente alla Sala Sivori in Via Roma, presenziarono circa 200 delegati, rappresentanti di molteplici associazioni.

Per qualche cenno sugli antecedenti teorici basterà menzionare alcune figure rappresentative del pensiero democratico risorgimentale e in special modo quelle di Pisacane, di Ferrari e di Filippo Buonarroti, dal quale pensiero il socialismo italiano trasse alimento.

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Ancien régime

Il termine ancien régime rinvia alla definizione foggiata dai rivoluzionari francesi e sta ad indicare la società e il regime che essi contrastarono. In questa accezione il concetto si presenta come antinomico all’ordine che si vorrebbe instaurare, ciò che rifiuta in modo radicale le premesse fondanti della storia pregressa.

Secondo quanto stabilito dalla ricerca storica, l’espressione fece la sua comparsa nei famosi cahiers de doléance. Nell’Impôt abonné, supplemento del Journal de Paris del 17 marzo 1789, si denunciavano gli “abusi dell’antico regime”, per giustapporli a più eque leggi fiscali.

Fu soltanto però dopo la deliberazione di abolizione della feudalità dell’11 agosto, che la parola acquistò una qualità più generale e appropriata, riferendosi al complesso delle caratteristiche fondamentali della vecchia società, basata sulla ricchezza fondiaria e sul privilegio della nascita, o, come dirà Sieyès, sulla “triplice aristocrazia di Spada, di Chiesa e di Toga”. Successivamente il termine cominciò ad avere larga diffusione.

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Abdicazione

Atto e conseguenza dell’abdicare. In generale si conferisce al termine abdicazione il significato di abbandono volontario del massimo ufficio ad opera di un regnante – dopo l’assunzione della carica regia e prima del tempo stabilito – fatto che conseguentemente apre la fase della successione; nell’ordinamento giuridico fa parte della categoria degli istituti non codificati, ma regolati dalla prassi storica.

Lo Statuto albertino non ne faceva menzione e storicamente i casi in cui questa procedura ebbe effetto furono quello di Carlo Alberto, risalente al 23 marzo 1849, e quello di Vittorio Emanuele III, del 9 maggio 1946. L’abdicazione viene considerata un atto rigorosamente personale che non può essere soggetto a condizioni o a termini. Essa è altresì sempre irrevocabile e non richiede l’accettazione di nessun altro organo, nemmeno da parte del successore. Ad ogni modo l’abdicazione non è fatta a favore di alcuno, dacché il nuovo sovrano succede “iure proprio”, sia pure come prodotto dell’atto del predecessore.

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Spedizione dei Mille

Nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1860, simulando un atto di pirateria, per non compromettere il governo piemontese di fronte alla diplomazia europea, Giuseppe Garibaldi ed altri patrioti dell’unità d’Italia, in numero di circa 1.100, s’impossessarono di due piroscafi della società Rubattino, il Lombardo e il Piemonte, e dagli scogli di Quarto s’imbarcarono alla volta della Sicilia.

Fu questa la spedizione che diede un colpo mortale al regno delle due Sicilie e il primo atto della formazione di un’Italia unita.

Si sa che la primogenitura dell’impresa spetta a Francesco Crispi, siciliano e mazziniano di antica appartenenza, anche se non si deve dimenticare il contributo d’idee dell’esule democratico Rosolino Pilo, già compartecipe del fallito tentativo di rivolta organizzato da Carlo Pisacane nel 1857.

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